The Lone T, Milano, in collaborazione con Metronom, Modena, presenta Approaching Unknown Landscapes, un inedito allestimento di Big Sky Hunting.
Alberto Sinigaglia opera una serie di "prelievi" che invitano alla lettura e all'approfondimento dei temi messi in campo con questa ricerca iniziata in un osservatorio abbandonato sulle Alpi Marittime francesi.
Per Big Sky Hunting Sinigaglia ha collezionato alcuni materiali legati all'astronomia, risalenti agli anni settanta e ottanta, tra cui immagini originali e oggetti, che spesso riportano informazioni erronee o comunque non aggiornate rispetto a quelle offerte dagli strumenti tecnologici contemporanei. Gli indizi che segue questa ricerca sono gli stessi che può seguire il pubblico nello scoprire dettagli e connessioni, avendo sempre sullo sfondo una riflessione di base che è quella sul ruolo dell'immagine. Poiché nell'approcciare (e tentare di esplorare) nuovi territori la fotografia ha un ruolo privilegiato nel coniugare realtà oggettiva e immaginazione in una sintesi significante, in Big Sky Hunting il monito sembra quasi essere quello di mettere da parte la ricerca di verità scientifica per concentrarsi invece sullo scarto. Quello che è "non più vero", che non ha più valore scientifico, diventa lo spunto per una lettura inedita e aperta sui territori dell'immaginazione.
Utilizzando le parole di Woody Allen, "Possiamo noi realmente conoscere l'Universo? Santo cielo, è già difficile trovare la strada in giro per Chinatown. Il punto, però, è questo: c'è qualcosa là fuori? E perché? E devono fare tutto quel chiasso? Alla fine, non può esserci dubbio che la sola caratteristica nella realtà è che manca di essenza. Cioè, non è che non ne abbia, semplicemente le manca."
È proprio in quella ricerca di essenza che si posiziona la ricerca di Sinigaglia, una ricerca che, per i suoi stessi presupposti, non può che andare frustrata rispetto alle aspettative, come cercare un ago nel pagliaio, ma capace di offrirci nuovi paesaggi.