METRONOM prosegue la propria attività espositiva con il progetto ((Ra)) di Marco Signorini: la mostra presenta 13 fotografie, introdotte da un testo di Walter Guadagnini.
Con ((Ra)) Signorini prosegue un percorso, iniziato con il precedente progetto Echo, di indagine spaziale e temporale attraverso immagini di luoghi dove la natura è protagonista e detta i tempi e i ritmi, scanditi dalla luce e dalla vastità. La fotografia di Signorini non è fotografia sociale e non è ritratto. I suoi paesaggi sono momenti narrativi indeterminati, luoghi che possono appartenere indifferentemente al passato o al presente e che esprimono una personalissima interpretazione del tempo fotografico. Un tempo fotografico usato come recupero del passato ma con una tensione verso il futuro in una corrispondenza ideale tra il tempo dell'universo e quello della vita umana.
((Ra)) è il dio-sole egizio: una divinità che si è autogenerata e che incarna il sole, spesso rappresentata dall'occhio, un cerchio con un punto al centro. É la circolarità, infatti, l'elemento conduttore di questo nuovo corpus di lavori in cui il fotografo costruisce un racconto che ruota attorno alla figura della donna (la madre) e dei bambini (i figli), in cui la narrazione si dipana come in una sorta di ripetizione, amplificando minimi movimenti e dilatandoli nel tempo.
Signorini affronta il tema del paesaggio contemporaneo dando voce alla grandezza e alla forza della natura, una natura ridotta ad una icona, quasi ad una idealizzata forma meravigliosa. I toni fiabeschi e romantici sono spezzati dalla presenza delle auto: le luci minacciose dei fari, le tracce dei pneumatici sulla sabbia riallacciano il dialogo con la contemporaneità, riportando le scene al presente, in un contrappunto di nuovo circolare che lascia spazio ad una vena nostalgica di naturalità perduta.
Le fotografie della serie ((Ra)) costituiscono una dichiarazione d'intenti sull'uso del mezzo fotografico, per il quale l'artista rivendica una precisa autonomia - che è idealmente quella della street photography: l'imprecisione e l'indeterminatezza che caratterizzano le immagini prendono le distanze dalla messa in scena e dalla ricostruzione formale e digitale. Registrare un momento, un gesto, è una scelta compiuta per evocarne le potenzialità immaginative e una scelta stilistica che si rivela capace di donare alle fotografie un effetto pittorico che nasce dal "guardare" e dal "sentire" più che dalla ri/produrre.
Le fotografie della serie ((Ra)) sono state scattate all'isola di Fanø, nell'arcipelago delle isole Frisone - Danimarca, nel 2008.
Marco Signorini è nato a Bagno a Ripoli nel 1962. Vive a Firenze. Dopo gli studi accademici in scenografia si dedica al video e la fotografia di ricerca, studiando in particolare gli autori della fotografia italiana di paesaggio. Nel 1994 realizza Europos Centras recandosi a fotografare il centro geografico dell'Europa, esponendo e pubblicando il lavoro in Italia, Francia e Inghilterra. Nel 1996 è invitato a Passaggi, a cura di Antonella Russo per la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Sempre nel 1996 organizza Relazioni, in collaborazione con Feltrinelli di Firenze, una serie di incontri fotografici fra autori della nuova fotografia italiana. Porta avanti la propria ricerca e l'interesse per il mondo della fotografia alternando committenze pubbliche e private a progetti personali. Ha partecipato a Idea di Metropoli (2002), a cura di Roberta Valtorta, mostra inaugurale del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo entrando a far parte della collezione permanente del museo con le opere realizzate. Ha lavorato con Linea di Confine per la Fotografia di Rubiera con i progetti Mother Way (2001) e Luoghi della cura (2005), presentati nella collettiva Trans Emilia (a cura di Thomas Seelig e Urs Stahel), al Fotomuseum di Winterthur e al SK Stiftung Kultur di Colonia. Per Damiani editore è uscito il libro Echo (2007), una raccolta di fotografie inedite realizzate in Europa nell'arco di dieci anni e nel 2008 esce il catalogo 1_Earth, in occasione della mostra personale alla Galleria Manzoni di Bergamo, entrambi con testi di Roberta Valtorta. Parteciperà nel 2009 al Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate e al Festival Europeo per la fotografia di Reggio Emilia.