In oscillazione tra possibilità e conoscenza Del resto i costumi cambieranno molto* è un invito a muoversi affidandosi al piacere degli occhi e degli oggetti, che, da magici, cambiano di funzione. Scrive Robert Lebel, in risposta alle domande dell'Art Magique di Brèton, 'uno specchio trovato casualmente a un'asta è bastato a innescare sul tema dello sdoppiamento prospettive che avevo cercato per altre vie. Le sconfitte più efficaci al nostro atroce buon senso si consumano in questi incontri fortuiti. E' così che l'arte magica e la magia dell'arte si incontrano, per conferire a tutto ciò che esiste un carattere altamente facoltativo'.
A partire da questo carattere 'altamente facoltativo' delle cose, Annabel Elgar recupera tele da ricamo che diventano lo sfondo per le sue costruzioni staged; coerentemente con la fabbricazione artigianale di oggetti ed elementi di scena, il tratto del disegno è in questa nuova serie di lavori declinato utilizzando il punto croce. Chi rappresentano le maschere che tiene in mano la donna di spalle? O chi è la misteriosa figura in costume da coniglio che tiene in braccio le due bambine? Sempre in bilico tra riconoscimento e immaginazione le scene di Elgar, anche se private in questi lavori della magia del fotografico, trovano una dimensione narrativa essenziale, inquietante e misteriosa e allo stesso tempo seducente.
Niccolò Morgan Gandolfi è un collezionista di reperti. Reperti fotografici, li definisce. In un passeggiare meditativo - e ossessivo - raccoglie oggetti che trasforma in soggetti delle sue fotografie. Flight Formation è una composizione di bossoli esausti, reperti di azioni di caccia. Senza ricorrere al cambiamento di stato della riproduzione in immagine, Gandolfi lascia nuda e impeccabile la composizione: file cromaticamente allineate di bossoli che escono, quasi dotate di forza propulsiva, dalla gabbia di lana e metallo in cui l'artista li ha bloccati. La fiamma, lo scoppio, il gesto violento scivolano su un livello di astrazione che cattura lo sguardo e invita a toccare la superfice, come fosse il vello di un animale.
Gli State of Uncertainty di Eeva Hannula sono un tentativo di forzare la dimensione quotidiana delle cose, degli oggetti e di modificarne il significato. Attraverso uno stratificato processo che mescola post-produzione, l'uso di prismi e lenti binoculari, le immagini di Hannula sono come poemi che danno voce a esperienze in modi sorprendenti, che il linguaggio ordinario non riesce a esprimere. Questo territorio incerto tra detto e non detto, fatti e finzioni è aperto al gioco di mix and match dello spettatore, in una polarità tra dimensione ordinaria, familiare e disturbante.
Le cose artistiche di Elgar, Hannula e Gandolfi sono oggetti inanimati volutamente presentati come animati, in una dimensione dissonante e conflittuale che non può lasciare indifferenti, un inspiegabile privilegio di certe opere che riescono a diventare tali.
Del resto i costumi cambieranno molto
Annabel Elgar, Niccolò Morgan Gandolfi, Eeva Hannula
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24 giugno - settembre 2021 | su appuntamento
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